Le emozioni al galoppo

Amici, segreti e incomprensioni

Cuori in subbuglio

Genitori, che fatica!

Social VS Realtà

La pressione della scelta

Essere se stessi

Una ferita che parla
Ci sono progetti che nascono da un’idea, altri da un’urgenza.
Caos Meraviglioso è nato da una ferita. E da un desiderio.
La ferita è quella che molti adolescenti portano dentro: sentirsi soli, incompresi, messi da parte. La pressione di dover essere perfetti, simpatici, brillanti. La fatica di mostrarsi per come si è, quando tutto il mondo sembra dirti che non vai bene così. Il bullismo, il confronto continuo, la paura di essere giudicati.
Mi sono chiesto tante volte: ma chi dà voce a tutto questo? Chi racconta l’adolescenza con onestà, con rispetto, con ironia, senza moralismi né finzioni?
Un sogno di verità
Da lì è nato il desiderio: costruire un luogo sicuro. Una storia dove i ragazzi potessero riconoscersi. Dove potessero ridere, piangere, sbagliare, crescere. Dove potessero imparare a volersi bene, anche quando dentro di sé vedono solo caos.
Caos Meraviglioso è questo: un viaggio attraverso le emozioni, le relazioni, le fragilità e le scelte che segnano il cammino verso l’età adulta.
Ma è anche qualcosa in più.
È una collana che parla di fede, ma senza prediche.
Che parla di Dio, ma nei silenzi, nei piccoli gesti, nei fallimenti, nei legami autentici.
Che invita a credere che ogni vita, anche la più disordinata, è preziosa.
Che ogni ragazzo e ogni ragazza sono unici.
E che non c’è bisogno di cambiare per meritare amore.
Il dialogo nel diario
Nel caos, la meraviglia
Christian e Gioia, i due protagonisti, sono nati così: da un sogno di verità. Due gemelli diversi ma complementari, che attraversano l’adolescenza tra risate e lacrime, tra disastri scolastici e primi amori, tra silenzi difficili e amicizie potenti.
Ogni libro è scritto come un diario, con disegni, vignette, riflessioni.
Perché crescere è un po’ come scrivere: si sbaglia, si cancella, si riscrive… ma ogni pagina conta.
Ecco perché ho scritto Caos Meraviglioso.
Per dire ai ragazzi (e a chi lo è stato):
“Tu vai bene così.”
“Non sei solo.”
“Anche nel tuo caos, c’è qualcosa di meraviglioso.”
“E Dio lo vede. Sempre.”
Se anche solo un lettore, una lettrice, chiuderà uno di questi libri sentendosi un po’ più accolto, un po’ più compreso, allora tutto questo sarà servito a qualcosa.
E tu?
Sei pronto a entrare nel caos?